In un comunicato, il parlamentare afferma che sono state sequestrate 118 proprietà, la maggior parte in Algarve, e che gli accusati, di varie nazionalità, hanno sviluppato per quasi 10 anni "un'organizzazione criminale transnazionale responsabile di un sofisticato schema per ottenere" finanziamenti bancari.

"I fatti contestati riguardano più di trecento richieste di mutuo, per un valore di oltre quarantuno milioni e ottocentomila euro, ottenute da vari istituti bancari nazionali, tutte realizzate con documentazione falsificata", si legge nella nota.

Secondo la Procura, la banda avrebbe operato tra il dicembre 2015 e almeno il 25 giugno 2024 e i suoi componenti sono indagati per i reati di associazione per delinquere, truffa qualificata, riciclaggio, falsificazione di documenti e false dichiarazioni.

Il loro modus operandi consisteva nella "creazione e manipolazione su larga scala di buste paga, estratti conto bancari, dichiarazioni annuali di reddito e dichiarazioni del datore di lavoro, tutti con apparente origine nel Regno Unito", aggiunge la nota pubblicata sul sito web della Procura Generale Regionale di Évora.

In questo modo, il gruppo riusciva a simulare con le banche portoghesi "situazioni finanziarie e professionali falsamente superiori alla realtà, inducendole in errore e inducendole a concedere prestiti incondizionati, essenzialmente a cittadini stranieri senza alcun reddito o patrimonio conosciuto, sovvertendo il normale funzionamento del sistema bancario".

In questo contesto, l'accusa ha individuato "diverse situazioni di mancato pagamento definitivo delle rate del prestito, e si prevede che il numero possa aumentare", con almeno 284 proprietà acquistate in Algarve.

I leader dell'organizzazione ottenevano profitti non solo dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il valore del finanziamento fraudolentemente concesso, ma anche dai "valori dei prestiti successivamente ottenuti a nome di persone utilizzate a questo scopo, attraverso vendite simulate".

Secondo la Procura, i leader riuscivano anche a ottenere "profitti illeciti facendo fruttare le proprietà ottenute con questo mezzo, dove le persone, che fungevano da prestanome, venivano utilizzate anche per nasconderle".

Nell'ambito di questo caso, la Procura ha promosso la dichiarazione di confisca a favore dello Stato di diversi beni ottenuti con mezzi criminali, ovvero 26,4 milioni di euro "da versare in solido dai leader dell'organizzazione, corrispondenti ai profitti ottenuti dalle operazioni fraudolente".

Secondo il deputato, sono state sequestrate anche 118 proprietà, la maggior parte delle quali in Algarve, per un valore di almeno 21,5 milioni di euro, 22 auto e tre barche, tra cui uno yacht del valore di 320 mila euro, saldi bancari e contanti.

Uno degli accusati è in detenzione preventiva e gli altri due devono rimanere in casa sotto controllo elettronico.

In queste ore, sta scadendo il termine per l'eventuale apertura di un'indagine che, se non richiesta, "determinerà il rinvio a giudizio", chiarisce il parlamentare.

L'indagine è condotta dal Dipartimento Regionale di Investigazione e Procura Penale(DIAP) di Évora dal gennaio 2021, con l'assistenza della Direzione Sud della Polizia Giudiziaria e dell'Unità di Consulenza Tecnica della Procura Generale (PGR).