Per questo motivo, l'AdC ha avviato "un'indagine su un'associazione di imprese per la fissazione di prezzi minimi nel settore turistico, che ha portato all'emissione di una nota di illegalità (accusa) nei suoi confronti", ha dichiarato, senza identificare l'impresa in questione.

Nel giugno dello scorso anno, "AdC ha disposto l'apertura di un'indagine, da cui è emersa la prova che l'associazione di imprese destinataria del processo aveva fissato i prezzi minimi da praticare da parte dei propri associati e di altri fornitori di servizi, raccomandando i prezzi contenuti in tabelle di tariffe condivise dall'obiettivo, nonché determinando percentuali minime di aumento dei prezzi da praticare nel settore in questione".

Nel corso dell'indagine avviata, l'AdC ha riscontrato che "la suddetta associazione imprenditoriale ha adottato le condotte restrittive della concorrenza in questione almeno dal 2020".

Pertanto, l'AdC "ha emesso una nota di illegittimità indirizzata all'associazione di imprese in questione, che determina la chiusura della fase istruttoria e avvia la fase istruttoria del procedimento".

L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha spiegato che "il comportamento in questione si traduce nella fissazione - da parte di un'associazione di imprese, rivolta alle imprese del settore che intende rappresentare (i suoi membri e altri) - di prezzi minimi che possono essere applicati come corrispettivo per la fornitura di servizi turistici in parte del territorio portoghese".

AdC ha sottolineato che "le associazioni imprenditoriali devono astenersi dal fissare i prezzi applicati per la fornitura di servizi nel settore che rappresentano, in quanto ciò costituisce una pratica contraria alle norme sulla concorrenza e dannosa per i consumatori".

Secondo le regole della concorrenza, "le imprese devono essere autonome nel fissare i prezzi e le altre condizioni commerciali dei prodotti venduti o dei servizi forniti", evidenziando che "la violazione delle regole della concorrenza non solo riduce il benessere dei consumatori, ma danneggia anche la competitività delle imprese, penalizzando l'economia".

Secondo l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, "nella fase istruttoria, ormai avviata, l'associazione imprenditoriale destinataria - che gode della presunzione di innocenza - ha la possibilità di esercitare il diritto di essere ascoltata e di difendersi in relazione ai comportamenti indagati dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, alle prove raccolte e alla sanzione o alle sanzioni in cui può incorrere", e una volta conclusa questa fase, l'ente adotta una decisione finale.